Attilio Scuderi, Il paradosso di Proteo
Abstract
L’intima instabilità delle versioni di un mito laterale, e tuttavia esemplare e persistente, come quello di Proteo, e finanche il suo «strabismo semantico» (originatosi con la discrepanza fra le visioni di Virgilio e di Ovidio, come vedremo; 72) testimoniano una ricchezza rappresentativa e di significazione ben attestata, e attingibile, già nella classicità. Il critico interpella il mito in quanto «catena di rappresentazioni culturali», «campo inesauribile di dibattito e di scontro speculativo» (13), per saggiare in profondità le variazioni e le dissonanze alle quali dà vita, le innovazioni semantiche e le calcificazioni nelle quali incorre, nei secoli; il discorso procede agganciando la storia culturale di Proteo a un suo nucleo letterario fondativo, quella vicenda di naufragio e ritorno definibile come «novella» (in quanto gli autori successivi vi si sarebbero riferiti trattandolo come un racconto a sé stante), incastonata all’interno del libro iv dell’Odissea, letta alla luce di un contatto tra culture, quella egizia, nella quale l’episodio è ambientato, e quella greca.
Downloads
Riferimenti bibliografici
Informazioni sul copyright
Questa licenza permette a terzi di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire, recitare e modificare quest'opera, purché vengano citati l'autore e la rivista. Questa è la più ampia tra le licenze Creative Commons, rispetto alle libertà concesse a terzi sulle opere licenziate sotto Attribuzione.