Attilio Scuderi, Il paradosso di Proteo

  • Giulio Iacoli

Abstract

L’intima instabilità delle versioni di un mito laterale, e tuttavia esemplare e persistente, come quello di Proteo, e finanche il suo «strabismo semantico» (originatosi con la discrepanza fra le visioni di Virgilio e di Ovidio, come vedremo; 72) testimoniano una ricchezza rappresentativa e di significazione ben attestata, e attingibile, già nella classicità. Il critico interpella il mito in quanto «catena di rappresentazioni culturali», «campo inesauribile di dibattito e di scontro speculativo» (13), per saggiare in profondità le variazioni e le dissonanze alle quali dà vita, le innovazioni semantiche e le calcificazioni nelle quali incorre, nei secoli; il discorso procede agganciando la storia culturale di Proteo a un suo nucleo letterario fondativo, quella vicenda di naufragio e ritorno definibile come «novella» (in quanto gli autori successivi vi si sarebbero riferiti trattandolo come un racconto a sé stante), incastonata all’interno del libro iv dell’Odissea, letta alla luce di un contatto tra culture, quella egizia, nella quale l’episodio è ambientato, e quella greca. 

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Riferimenti bibliografici

Pubblicato
2013-06-09
Come citare
Iacoli, G. (2013). Attilio Scuderi, <i>Il paradosso di Proteo</i&gt;. Between, 3(5). https://doi.org/10.13125/2039-6597/984
Sezione
Recensioni/Between the Texts: A cura di Giulio Iacoli e Marina Guglielmi

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