Le «virtù delle donne». La campagna di Elizabeth Nihell contro la maschilizzazione del «comarato» (1760-1772)
Abstract
Nella Londra settecentesca nuove figure maschili, a caccia di guadagni maggiori (medici, chirurghi, speziali, dentisti, etc.), presero a invadere sempre più massicciamente l’antico monopolio femminile delle pratiche di assistenza e accudimento del corpo della donna in periodo di gravidanza, parto e puerperio. Gli scritti di Elizabeth Nihell offrono un interessante spaccato dell’energica difesa opposta dalle «comari» levatrici, attraverso una puntuale esaltazione di competenze e sensibilità tipicamente o unicamente femminili, senza però disdegnare di far leva anche sui tradizionali valori dell’arcaica società patriarcalista, e anzi brandendo come una clava l’idea delle «parti pudende muliebri» quale proprietà esclusiva del marito, limite invalicabile per la salvaguardia dell’onore virile, della certezza della discendenza e dell’integrità del patrimonio. Questa ricerca ricostruisce i chiaroscuri di un passaggio tortuoso che fu segnato da un intreccio indissolubile di tenaci permanenze e brusche, multiformi trasformazioni.
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