Michele Cometa, La scrittura delle immagini. Letteratura e cultura visuale
Abstract
Possiamo davvero fidarci di Lessing quando nel suo Laocoonte decreta il definitivo dissolvimento del modello estetico dell’ut pictura poёsis? Così scrive nel 1766, intendendo chiudere definitivamente la questione del rapporto fra le due arti sorelle: «Della somiglianza che la poesia e la pittura hanno tra di loro Spence si fa i più strani concetti. Egli crede che le due arti presso gli antichi siano state legate così strettamente da andare continuamente mano nella mano, e che il poeta non abbia mai perso di vista il pittore, né il pittore il poeta. Che la poesia sia l’arte più comprensiva; che essa disponga di bellezze che la pittura non potrà mai raggiungere; […] a ciò sembra non aver pensato affatto». Non è difficile capire da che parte si schieri Lessing nel sancire la fine del paradigma oraziano, ma è altrettanto chiaro che, già dal romanticismo in poi, la sua pretesa di una radicale separazione del codice letterario da quello figurativo sia stata costantemente smentita tanto dalla prassi artistica e letteraria, quanto dalla riflessione estetica, antropologica e filosofica.
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