Angus Fletcher, The Topological Imagination. Spheres, Edges, and Islands
Abstract
Perduta la possibilità dell’innocenza, diceva Umberto Eco nella postfazione al Nome della rosa, rimane la soluzione dell’ironia. Era il passaggio dal «moderno» al «post-moderno», dal «ti amo disperatamente» di Liala alla coscienza che quella dichiarazione d’amore era stata già scritta, e che per poterla ripetere serviva rivisitarla consapevolmente, citarla: «come direbbe Liala, ti amo disperatamente». La storia è piena di innocenze perdute e poi ritrovate, o almeno rimodulate in via ironica («potremmo dire», scriveva appunto Eco, «che ogni epoca ha il proprio post-moderno»): lo è la storia dell’arte, ma lo è anche la storia della critica, che, se non è sempre generosa in fatto di ironia, abbonda spesso in esplicite prese di coscienza con cui, per riprendere ancora una volta le parole di Eco, si «cerca di regolare i conti con il proprio passato».Downloads
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