Towards a “Techno-Scopic Unconscious”: Estrangements in Giulia Niccolai’s and Patrizia Vicinelli’s Experimental Literature
Abstract
By looking at the representation strategies in some works by Giulia Niccolai and Patrizia Vicinelli, two of themost representative female authors in the context of XX century Italian experimental literature, this article aims to provide a specific interpretation of the estrangement effect produced by the encounter between word, image and the scopic function of both the human eye and optical machines. This mimetic device will be discussed along Walter Benjamin’s and Rosalind Krauss’ definition of “optical unconscious”, as well as Franco Vaccari’s notion of “technological unconscious”, thus leading to a possible new heuristic concept: the “techno-scopic unconscious”.
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La solitudine femminile, Dir. Giosetta Fioroni, 1967.
La nott’e’l giorno, Dir. Gianni Castagnoli, 1976.
Frammenti d’una vita d’eroina, Dir. Rony Daopoulo, da un’idea di Patrizia Vicinelli, con la collaborazione di Annabella Miscuglio, Paola de Martiis, Anna Carini, Mariagrazia Belmonti, 1977.
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