Per «amore dell’Uomo e in lode di Dio»: onanismo e religiosità sotto la lente dell’eroicomico nel giovane Dylan Thomas

  • Alfredo Palomba Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
Parole chiave: Dylan Thomas, Onanismo, Religiosità, Eroicomico, Poesia,

Abstract

Entrambi gli ambiti del religioso e del corporale nella poesia di Dylan Thomas, soprattutto nelle liriche della prima raccolta, 18 Poems (1934), sono legati a doppio filo e suggeriscono quasi una ‘religiosità del corpo’, in linea con una dichiarazione del poeta ad apertura dei Collected Poems (1953): si tratta di poesie scritte «per amore dell’Uomo» (D. Thomas, Poesie e racconti, Torino, Einaudi, 1996, p. XX), di una spiritualità che vede la propria scaturigine profonda nella carne, per così dire nel midollo delle cose, «e in lode di Dio» (Ibid.), quel Dio e quel Cristo che con l’Uomo sono un tutt’uno, e che nulla di sacro avrebbero se non fossero considerati nella loro granitica terrenità, come comunione di corpo, animalità e terra. Il Signore, il Salvatore, perfino il diavolo, sono sempre presenti come simboli, metafore: «whether praised or dismissed, – scrive W. Y. Tindall – God and Christ are always around in Thomas’ poetry […] as metaphors for nature, poet, and their creative powers» (W. Y. Tindall, A Reader’s Guide to Dylan Thomas (1962), New York, Syracuse University Press, 1996, p. 8). Nella poesia My hero bares his nerves (Scopre i nervi il mio eroe) le due sfere cooperano sotto una lente cupamente ironica; il giovane Thomas, appena ventenne quando uscì 18 Poems, descrive l’atto masturbatorio con toni perentori ed eroicomici (l’«eroe» è appunto identificato con il membro maschile) ricollegandolo a molti dei temi della sua prima poetica: il peccato, il sesso, la fertilità, lo scrivere poesia, qui sarcasticamente associato all’onanismo. Mistica e blasfema è l’evocazione conclusiva di Cristo, «imperatore della brama» (D. Thomas, Poesie e racconti, cit. p. 21) crocifisso in mezzo ai due ladroni, nell’allusione all’orgasmo come tensione massima prima della morte che fa avvizzire il corpo. Solo l’acqua – un’acqua dello scarico, beffardamente di cisterna – potrà, come il Giordano, lavare via il peccato del poeta e lenire il sacrificio del Salvatore.

 

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Biografia autore

Alfredo Palomba, Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"

Alfredo Palomba ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Letterature Comparate presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, discutendo una tesi sulla paranoia urbana nelle letterature inglese e italiana contemporanee. Laureatosi presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, si è in precedenza occupato di figuralità e miti nella poesia di Dylan Thomas e del grottesco in Charles Dickens, Ian McEwan e negli scapigliati piemontesi. Ha preso parte al volume Delle coincidenze. Opificio di letteratura reale. Vol. 1 (2012, 2015), al volume Delle attese. Opificio di letteratura reale. Vol. 2 (2015). Ha curato l’editing della raccolta di racconti Ho fatto un sogno (2013). Ha pubblicato racconti in diverse antologie e interventi su riviste e siti di approfondimento culturale e letterario, tra cui Nazione Indiana e Satisfiction.

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Pubblicato
2016-11-30
Come citare
Palomba, A. (2016). Per «amore dell’Uomo e in lode di Dio»: onanismo e religiosità sotto la lente dell’eroicomico nel giovane Dylan Thomas. Between, 6(12). https://doi.org/10.13125/2039-6597/2116
Sezione
Con Dio o contro Dio, ma mai senza Dio. Come si ride nelle Scritture (e nelle Ri-Scritture)