Per «amore dell’Uomo e in lode di Dio»: onanismo e religiosità sotto la lente dell’eroicomico nel giovane Dylan Thomas
Abstract
Entrambi gli ambiti del religioso e del corporale nella poesia di Dylan Thomas, soprattutto nelle liriche della prima raccolta, 18 Poems (1934), sono legati a doppio filo e suggeriscono quasi una ‘religiosità del corpo’, in linea con una dichiarazione del poeta ad apertura dei Collected Poems (1953): si tratta di poesie scritte «per amore dell’Uomo» (D. Thomas, Poesie e racconti, Torino, Einaudi, 1996, p. XX), di una spiritualità che vede la propria scaturigine profonda nella carne, per così dire nel midollo delle cose, «e in lode di Dio» (Ibid.), quel Dio e quel Cristo che con l’Uomo sono un tutt’uno, e che nulla di sacro avrebbero se non fossero considerati nella loro granitica terrenità, come comunione di corpo, animalità e terra. Il Signore, il Salvatore, perfino il diavolo, sono sempre presenti come simboli, metafore: «whether praised or dismissed, – scrive W. Y. Tindall – God and Christ are always around in Thomas’ poetry […] as metaphors for nature, poet, and their creative powers» (W. Y. Tindall, A Reader’s Guide to Dylan Thomas (1962), New York, Syracuse University Press, 1996, p. 8). Nella poesia My hero bares his nerves (Scopre i nervi il mio eroe) le due sfere cooperano sotto una lente cupamente ironica; il giovane Thomas, appena ventenne quando uscì 18 Poems, descrive l’atto masturbatorio con toni perentori ed eroicomici (l’«eroe» è appunto identificato con il membro maschile) ricollegandolo a molti dei temi della sua prima poetica: il peccato, il sesso, la fertilità, lo scrivere poesia, qui sarcasticamente associato all’onanismo. Mistica e blasfema è l’evocazione conclusiva di Cristo, «imperatore della brama» (D. Thomas, Poesie e racconti, cit. p. 21) crocifisso in mezzo ai due ladroni, nell’allusione all’orgasmo come tensione massima prima della morte che fa avvizzire il corpo. Solo l’acqua – un’acqua dello scarico, beffardamente di cisterna – potrà, come il Giordano, lavare via il peccato del poeta e lenire il sacrificio del Salvatore.
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Riferimenti bibliografici
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