Periferie esistenziali. L’innovazione artistica del flusso di coscienza
Abstract
Attraverso una collezione dell'Università di Torino, composta da opere realizzate da pazienti psichiatrici tra Ottocento e Novecento, si ripercorre la storia delle produzioni artistiche “manicomiali” che, da oggetto di interesse scientifico, divennero fonte di ispirazione per movimenti artistici e letterari del Novecento come il Surrealismo e il Modernismo, attratti dalla creatività dei “folli”. Hans Prinzhorn, con il volume Bildnerei der Geisteskranken edito nel 1922, influenzò personalità come André Breton e Jean Dubuffet: quest'ultimo coniò nel 1945 il termine Art Brut per descrivere l'arte spontanea dei marginali, riconosciuta oggi a livello internazionale. Questo patrimonio, spesso considerato “periferico”, nel tempo ha guadagnato riconoscimento grazie a curatori come Roger Cardinal e Bianca Tosatti; attualmente l'interesse per queste espressioni artistiche si riflette in manifestazioni mainstream come la Biennale di Venezia, che ha messo in luce artisti outsider, mostrando la rilevanza di queste opere nel contesto socio-politico e culturale contemporaneo.
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