Spunti salgariani nell’arte italiana della prima metà del Novecento
Abstract
Il contributo propone una disamina su particolari aspetti della pittura orientalista italiana di fine Ottocento, argomento inquadrato in un contesto più ampio che coinvolge anche la letteratura. Genere quest’ultimo che, nella narrativa, venne ambientato in contesti esotici. L’autore per eccellenza di questo genere fu Emilio Salgari, che popolò i racconti del suo ciclo indo-malese con avventurieri, pirati: personaggi che trovano riscontro nei quadri orientalisti. Mentre l’immaginario collettivo italiano tra Otto- e Novecento si alimentava delle sue avventure, diversi nostri artisti si recarono in Estremo Oriente e Asia Sudorientale grazie a incarichi ufficiali: Chini e Ferro finirono in Siam, mentre Ambron e Locatelli raggiunsero Giava e Bali. Arrivati in Oriente in momenti diversi tutti comunque dedicarono la propria pittura al tema della danza rituale, alle sue baiadere, alle feste tribali avvicinandosi così all’universo salgariano. Da inizio Novecento dette isole furono mèta ambita anche per artisti nord-europei, che vi crearono una comunità. In un clima di rinnovamento e fusione delle più svariate competenze artistiche, costoro si dedicarono alla divulgazione delle tecniche pittoriche occidentali, dando inizio a un movimento artistico ancora famoso.
The contribution discusses particular aspects of Italian late 19th century Orientalist painting, a topic framed in a broader context that also involves literature, which set fiction in exotic contexts. The author par excellence of this genre was Emilio Salgari, who populated the stories of his Indo-Malay cycle with adventurers, pirates: characters that are reflected in Orientalist paintings. While the Italian collective imagination between the 19th and 20th centuries was fueled by his adventures, several Italian artists went to the Far East and Southeast Asia thanks to official assignments: Chini and Ferro ended up in Siam, while Ambron and Locatelli reached Java and Bali. Although they arrived in the East at different times, all dedicated their painting to common themes: ritual dance, its baiaderas, tribal festivals, thus approaching the Salgarian universe. From the beginning of the 20th century these islands became also a popular destination for Northern European artists, who created a community there. In a climate of renewal and fusion of the most varied artistic skills, they dedicated themselves to the dissemination of Western painting techniques, starting an artistic movement still famous.
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