“Sanremo li 28 Maggio 1929”, un’autobiografia dipinta. Il testamento di Fausto Zonaro e la creazione della collezione Zonaro-Meneguzzer

Abstract

Nel 1929 il pittore orientalista veneto Fausto Zonaro, esule a Sanremo insieme alla famiglia, con la quale aveva condiviso gli anni della consacrazione a pittore della Corte Ottomana nell’antica Costantinopoli, stila il proprio testamento. Attraverso le sue volontà si riesce a porre l’accento sul profilo non esclusivamente d’artista, ma anche di padre, fratello e amico, ricostruendo la genesi di quella che, nei fatti, da galleria personale è divenuta una vera e propria collezione privata incardinata oggi alla famiglia Zonaro-Meneguzzer-Trevigne. Sovente, infatti, si cerca nel profilo del collezionista quello spirito enciclopedico e soprattutto di unitarietà che, in quest'ultimo caso e solo in apparenza, risulta lontana da una raccolta creata senza una precisa volontà collezionistica. Attraverso i presupposti e gli sviluppi della collezione, rappresentati convenzionalmente dal testamento e dagli eventi successivi, si riesce a scorgere infatti in essa stessa un importante valore biografico capace di seguire le vicende, i caratteri e le identità non solo di Fausto Zonaro e della sua famiglia, ma financo di un mondo a cavallo tra oriente e occidente che ha saputo creare figure nuove, capaci di riassumere tradizione e sperimentazione di nuovi linguaggi.