Tra Mnemosyne e Pop Art. Intervista a Roberto Baldazzini

  • Elisabetta Mucelli
Parole chiave: Roberto Baldazzini, Fumetti, Pop Art, Pubblicità, Arte contemporanea.

Abstract

L’intervista si propone di analizzare la multiforme opera del fumettista Roberto Baldazzini. Autodidatta, collezionista di periodici al femminile e saggista, riconosciuto, soprattutto in ambito francese, come maestro del fumetto erotico. La fotografia è il mezzo attraverso il quale l’artista studia la realtà circostante, carpendo elementi naturali, scenografici e inquadrature inedite. Il mondo del cinema e del fotoromanzo e la grande passione per le icone femminili degli anni ’50, estratte dalle sue riviste, fanno del talento di Roberto Baldazzini emblema di quanto la “memoria sociale”, teorizzata da Aby Warburg in ambito antico e moderno, sia veicolata dai mass media nell’ambito contemporaneo. Da Stella Noris, passando per le opere pittoriche dedicate a Sophia Loren e Betty Page, protagonista del fumetto Who Killed Betty?, per poi approdare alle sue recenti mostre Creature e Hollywoodland, work in progress del suo ultimo romanzo a fumetti per la Bonelli Editore, il femminile è analizzato in tutte le sue sfumature: delicate, sensuali, fetish e divistiche. L’artista attraversa abilmente il media pubblicitario: di particolare rilevanza sono le sue campagne per TIM, Alessi, Zanotti e Axe. Altri due nodi tematici toccati in questo dialogo sono il rapporto di Baldazzini con l’arte e con i social network, visto come un terreno di condivisione del proprio immaginario. La carriera dell’artista non trascura grandi temi radicati nella sua terra, come ne L’inverno di Diego, un racconto storico a fumetti che affronta il tema della Resistenza nell’Appennino modenese.

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Biografia autore

Elisabetta Mucelli

Diplomata in grafica pubblicitaria, coltiva la sua passione per l’arte contemporanea laureandosi all’Università di Cagliari con una tesi dal titolo La Grafica presenta l’arte: Evoluzione della grafica pubblicitaria in Sardegna nel XX secolo. Nel 2013 consegue la laurea magistrale in Storia dell’arte con la tesi Il segno di Galep: Influenza del modello cinematografico nell’opera pittorica, fumettistica e pubblicitaria di Aurelio Galleppini (1917-1994).

I suoi studi si propongono di ricercare una nuova definizione di arte contemporanea per mezzo dell’interazione tra essa e i linguaggi dei nuovi media: cinema, animazione, fumetto, illustrazione e pubblicità. 

Pubblicato
2016-07-30
Come citare
Mucelli, E. (2016). Tra <em>Mnemosyne</em&gt; e Pop Art. Intervista a Roberto Baldazzini. Medea, 2(1). https://doi.org/10.13125/medea-2426