Editoriale
Abstract
Questa raccolta di saggi nasce sotto il segno di una sfida paradossale: introdurre in Italia un autore che già è presente e frequentato dagli studiosi che ne hanno incontrato l’opera e, spesso, seguito l’insegnamento. E poiché da sempre la produzione del sapere si esprime attraverso insegnamenti essoterici – per il vasto pubblico – ed esoterici – per pochi –, ciò si ripete ancor oggi nella distinzione tra il sapere istituzionalizzato nelle ‘storie’ e nei ‘manuali’ delle singole discipline e quello che anima le ricerche e le discussioni degli addetti ai lavori. Probabilmente, tenendo presente questa distinzione, si possono comprendere meglio la presenza ed il ruolo dell’opera di Jean Greisch (1942- ) all’interno della riflessione ermeneutica italiana a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Infatti, sul primo versante, l’opera dello studioso è pressoché sconosciuta al grande pubblico, in ragione della totale assenza di traduzioni in lingua italiana. Tuttavia, sul secondo versante, non esiste studioso di ermeneutica che non si sia confrontato almeno con una parte dei lavori di Greisch e che ne abbia consigliato la lettura ai giovani ricercatori come via di accesso critica alla ragione ermeneutica. In questo modo, la diffusione della prospettiva greischienne ha determinato il progressivo rafforzamento di un’identità comune ad un crescente numero di studiosi, in particolare attraverso il superamento di un’altrimenti netta distinzione tra l’ermeneutica di lingua francese e quella di lingua tedesca. Questo è dunque Jean Greisch: un filosofo inaggirabile che molti studiosi italiani hanno già incontrato e con la cui opera si sono confrontati.
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