Manifesto

Critical Hermeneutics è una rivista semestrale internazionale che promuove studi di filosofia teoretica e morale (SSD: M/FIL 01-M/FIL 03) ispirandosi in particolare all’opera di Paul Ricœur (1913-2005), al suo modello e stile procedurale, alle sue tradizioni e scuole di riferimento, ai suoi itinerari di ricerca e alle sue articolazioni tematiche.

Nella raccolta Du texte à l’action (1986), il filosofo francese ha definito nel modo seguente la sua metodologia e opera speculativa: (1) una «filosofia riflessiva» angolata (2) «nella prospettiva della fenomenologia husserliana» quale sua (3) «variante ermeneutica».
Senza dubbio questa formula riassume precisamente il carattere essenziale e tendenziale della sua costruzione e della sua metodologia, una descrizione interpretante a base riflessiva. Ma una formula più generale, comprensiva degli sviluppi successivi e suscettibile di più esatta e ampia applicazione, è quella di «ermeneutica critica» (espressione utilizzata dallo stesso Ricœur a qualificare la sua posizione mediana tra l’ermeneutica della tradizione di Gadamer e la critica dell’ideologia di Habermas). Si tratta della formula di una filosofia la cui epistemologia ha base fondamentale nella cosiddetta teoria dell’arco ermeneutico, una concezione elaborata attraverso un’ampia ricerca di fenomenologia ermeneutica della psicoanalisi, del testo, dell’azione, della storia. Tale teoria dà all’ermeneutica critica una configurazione epistemologica bifronte (la stessa in essere nella psicoanalisi, nella storia e in tutte le scienze umane e sociali), con una disposizione trasversale tra esplicazione e comprensione.

A questo tratto saliente si aggiungono gli altri elementi caratterizzanti il lavoro filosofico ricœuriano inteso come stile procedurale unificato. I suoi tratti più ricorrenti e caratterizzanti vogliono diventare la marca specifica e l’indirizzo operativo della presente rivista:

  1. l’ideale (di jaspersiana memoria) del con-filosofare, ovvero del lavoro di ricerca e dialogo entro la comunità dei filosofi, ove viene prima l’argomento dell’ideale e del credo individuale; 
  2. il procedimento filosofico secondo cui, davanti agli occhi dello studioso, «tutti i libri sono simultaneamente aperti» (cfr., La mémoire, l’historie, l’oubli, 2000) e tutti i mezzi di ricerca immediatamente utilizzabili, perché privi di limitazioni legate a tempo, luogo e tradizione; 
  3.  il lavoro interdisciplinare tra saperi filosofici (di qualunque scuola) e saperi scientifici e non scientifici; 
  4. la dialettica riflessione-interpretazione tra dimensione non-filosofica e dimensione filosofica; 
  5. l’engagement della filosofia nella comunità, sia in relazione alla sfera politica che economico-giuridica che sociale; 
  6. la collocazione del lavoro filosofico nella dialettica di teoria e pratica, ovvero la filosofia come pratica teorica
  7. l’articolazione discorsiva della filosofia come analitica, critica e riflessiva, in accordo con un assetto metodologico disposto tra esplicazione e comprensione, sotto l’egida dell’interpretazione; 
  8. la dialettica critica di filosofia e religione.