Su Gente indipendente di Halldór Laxness
Abstract
Tra gli ingredienti che formano la vita umana, Michael Oakeshott distingueva i processi dalle pratiche. I processi li governa la natura: la nascita, l’invecchiamento, le malattie, la morte, i terremoti, la pioggia, la forza di gravità. Gli esseri umani possono cercare di influenzarli, di difendersi da loro, ma per lo più li subiscono, e nessuno ne è esente. Le pratiche risultano dalle decisioni e dalle azioni degli esseri umani: l’amore, l’amicizia, l’odio, l’invidia, la vendetta, il perdono. Posta questa distinzione di massima, è chiaro che il romanzo è soprattutto una riflessione sulle pratiche, cioè su ciò che è proprio di un particolare essere umano o gruppo umano, distinto da ogni altro, e sulle relazioni che tra gli umani si intrecciano: i processi naturali fanno da sfondo. Nella Morte di Ivan Il’ic di Tolstoj, poniamo, lo sfondo – la naturalissima morte di Ivan Il’ic, uguale a tutte le altre morti – è importante, ma lo è di più il modo in cui Ivan Il’ic ha vissuto la sua vita insieme agli altri uomini, e quel modo rimanda a un insieme di pratiche.
Gente indipendente di Halldór Laxness è un'eccezione. In Gente indipendente, infatti, la forza dei processi naturali è preponderante, imparagonabile a quella che ha in qualsiasi altro romanzo moderno; e quelle pratiche che risultano dall’interazione fra gli esseri umani, e che formano di solito l’impalcatura dei romanzi, hanno un ruolo secondario.Downloads
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