C'è più di un modo di aspettare Godot

  • Mirta Cimmino
Parole chiave: Aspettando Godot, Beckett, traduzione intersemiotica, trasposizione teatrale, messa in scena, intepretazione, Fruttero

Abstract

Al pari di un qualsiasi testo letterario, un testo drammatico può essere trasposto in un ventaglio di infinite messe in scena equivalenti. Pertanto, un’analisi comparata di diversi allestimenti di uno stesso testo teatrale può rivelarne le potenzialità e le latenze, illuminandolo da prospettive nuove, tante quante sono le messe in scena prese in considerazione, e tutte valide. Questo è quanto ci proponiamo di fare all’interno di questo lavoro, analizzando due repliche di due distinte messe in scena di Aspettando Godot: una è quella del Teatro Out Off di Milano, diretta da Lorenzo Loris (2009/2010); l’altra è quella allestita da Francesco Saponaro presso il Teatro Mercadante di Napoli (2010).     

Grazie a preziosi strumenti come la registrazione in DVD di una replica di ciascuno spettacolo e le interviste gentilmente rilasciate da registi e attori, abbiamo potuto procedere nella nostra analisi partendo dalle componenti non verbali della messa in scena (prima tra tutte la scenografia) per poi comparare i copioni (o meglio le loro ricostruzioni parziali ricavate dalla visione dei DVD). A partire da quest’analisi è stato poi possibile ricavare le priorità traduttive di ciascun cast e l’interpretazione che ne è alla base, trovando conferma dei risultati ottenuti nelle dichiarazioni degli intervistati. 

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Pubblicato
2012-12-12
Come citare
Cimmino, M. (2012). C’è più di un modo di aspettare Godot. Between, 2(4). https://doi.org/10.13125/2039-6597/639