Sguardo e voyeurismo come dispositivi di straniamento in un racconto de Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese

  • Davide Belgradi Università degli Studi di Udine
Parole chiave: Šklovskij, Anna Maria Ortese, Sguardo, Critica femminista, Straniamento

Abstract

L’articolo parte dal concetto di straniamento elaborato da Viktor Šklovskij (1917) per adattarlo all’analisi critico letteraria di un racconto di Anna Maria Ortese, Il silenzio della ragione (1953). L’ipotesi è che alcune modalità del voyeurismo in letteratura funzionino come dispositivi di straniamento, specie quando il soggetto femminile diventa oggetto di una pulsione scopica. Tre esempi di voyeurismo sono analizzati per mostrare un diverso innesco dello straniamento, così come diversa è la tipologia dello sguardo che stabilisce, in senso lacaniano, i rapporti tra l’io e l’Altro. Dal racconto emerge non solo uno spaccato sociale problematico, ma anche un’architettura simbolica patriarcale, indagabile grazie alla critica femminista, che assegna sempre alla donna il ruolo di Altro. L’ipotesi conclusiva è che in testi in cui, come in questo caso, il voyeurismo innesca lo straniamento, la narrazione possa interrompere la ripetizione di un’architettura patriarcale divenuta automatismo.

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Pubblicato
2022-05-31
Come citare
Belgradi, D. (2022). Sguardo e voyeurismo come dispositivi di straniamento in un racconto de <em>Il mare non bagna Napoli</em&gt; di Anna Maria Ortese. Between, 12(23), 69-91. https://doi.org/10.13125/2039-6597/4967
Sezione
Saggi