Elogio dell’intreccio, fra immaginazione, complessità e creatività
Abstract
Una prima idea che sottende questo saggio è che gli intrecci e i nodi costituiscono un linguaggio che consente di elaborare un’ermeneutica profana delle connessioni e delle interazioni fra fenomeni o eventi. Si intende cioè mostrare come sia possibile connettere culture materiali e pratiche antropologiche e simboliche con un nuovo spazio teorico e filosofico seguendo come filo conduttore lo studio del ruolo avuto dagli intrecci e dai nodi in diverse epoche storiche e in diversi luoghi. La seconda idea è che una vera critica dei limiti dei paradigmi della modernità, centrata sull’idea di un progresso tecnologico illimitato, e della postmodernità, che afferma l’impossibilità e l’inopportunità di stabilire una differenza tra il mondo biologico e quello della cultura e tra naturale e artificiale, deve passare da una profonda ridefinizione del tipo di relazioni che esiste tra la natura, gli organismi viventi e gli esseri sensibili pensanti. Infine, proponiamo di sottoporre a un’analisi filosofica critica la categoria di sviluppo economico e tecnologico, in particolare delle nuove tecnologie digitali. Urge constatare che questo tipo di tecnologie recentemente si è diffuso in ogni singolo spazio, tempo e luogo, svuotandoli delle loro differenze naturali, storiche e antropologiche e riducendoli a un unicum omogeneo e virtuale che ha soppiantato il reale e le forme di memoria e di narrazione che di esso le diverse civiltà e culture avevano elaborato nel corso del tempo.
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