Il caso Fritzl: la letteratura come strumento di esplorazione del mostruoso
Abstract
L’articolo analizza due romanzi che, attraverso la finzione, cercano di esplorare un fatto di cronaca nera particolarmente disturbante, il caso Fritzl: Elisabeth di Paolo Sortino e Claustria di Régis Jauffret. Lo scopo dell’articolo è quello di mostrare come la struttura narrativa finzionale possa aiutare a riflettere su azioni che vanno ben al di là della norma comune. Attraverso la “teoria delle controparti” di David Lewis, l’articolo mostra come queste finzioni creino dei mondi alternativi a quello attuale, piegando i dati fattuali alle proprie esigenze narrative. Da questi mondi “simili”, ma non “identici” al nostro, il lettore può trarre un giudizio non tanto sul caso in sé, che resta inaccessibile nella sua mostruosità, ma sul rapporto che ogni individuo instaura con l’agire umano. Il caso eccezionale, allora, diventa un punto da cui guardare le possibilità dell’essere umano in generale, al fine di maturare una maggiore consapevolezza sui propri mezzi. Da tutto ciò risulta che la letteratura, anziché usare questi eventi angoscianti solo per scandalizzare o attirare l’attenzione, diventa uno strumento privilegiato per la maturazione etica dell’individuo.
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