Lo schermo come dispositivo di riscrittura della realtà. Su alcuni lavori di Ferruccio Ascari (1979 - 1983)
Abstract
Tra la fine degli anni Settanta e l'aprirsi del decennio seguente nelle arti visive si registra un mutamento delle intenzionalità e dei linguaggi, che abitualmente viene riferito alla cultura postmoderna. Tra le tante modalità espressive che segnano questo passaggio, riconosciamo l'uso dello schermo come “dispositivo scenico” atto a segnare uno stacco con la realtà e con la soggettività dell’autore, per stimolare una esperienza estetica nello spettatore. In questo senso, le installazioni multimediali realizzate da Ferruccio Ascari tra il 1981 e il 1983 rappresentano un’esperienza significativa. In questi lavori Ascari coniuga la pratica performativa con la proiezione di fotografie e di immagini dipinte, ridisegnando lo spazio percettivo dello spettatore.
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