Strategie del meta-discorso filmico in Tsai Ming-liang e Antonioni
Abstract
Nello scritto si stabilisce un confronto tra la cinematografia di Tsai Ming-liang e alcuni aspetti della produzione filmica di M. Antonioni. Il magistero del regista ferrarese è normalmente considerato dalla critica come fondamentale per l’opera del regista taiwanese. Tuttavia un accostamento più approfondito permette di mettere in luce talune divergenze che rimandano a una impostazione del tutto eterogenea. Avvalendosi dei maggiori contributi nell’ambito della vasta bibliografia accumulatasi sull’opera di Antonioni si indica innanzitutto quale sia la cifra della riflessione sulla natura dell’immagine filmica che il regista ferrarese conduce: una riflessione che scompone l’immagine nella sua fisicità di mezzo visivo. Differentemente la tendenza di Tsai, secondo quanto emerge dalla presente analisi, è quella di mettere in discussione la possibilità di riconoscimento dell’immagine in quanto rappresentazione di un volto umano. Emerge infine come sia diverso anche l’uso di categorie estetiche con cui è possibile interpretare l’atteggiamento artistico dei due. Se per Antonioni si propone un’ipotesi di ricerca impostata sulla categoria del perturbante, in Tsai l’ipotesi che si avvalora è quella di una tensione sublimante che innerverebbe la composizione delle figure e la loro consequenzialità.
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Riferimenti bibliografici
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