Matteo Di Gesù, L’invenzione della Sicilia. Letteratura, mafia, modernità
Abstract
Soffre la Sicilia di un eccesso di identità, né so se sia un bene o se sia un male. Certo per chi c’è nato dura poco l’allegria di sentirsi seduto sull’ombelico del mondo, subentra presto la sofferenza di non saper districare tra mille curve e intrecci del sangue il filo del proprio destino». Con queste parole Gesualdo Bufalino, in Cere perse, metteva a fuoco le ambiguità di un forte sentimento di appartenenza all’isola, sentimento che si accompagnava, quasi come un destino ineffabile, alla sofferta consapevolezza di tutte le contraddizioni culturali, politiche e sociali della Sicilia.
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