Il teatro dei ventagli come rappresentazione dell’immaginario orientale di Calvino
Abstract
Oriente e Occidente sono nell’opera di Calvino strettamente intrecciati. L’Oriente, in particolare, offre spunti per trasfigurare fantasticamente, secondo moduli già sperimentati per la curatela delle Fiabe italiane o nella stesura delle Città invisibili, temi e stilemi che attraversano l’intera sua parabola creativa.
Nel 1977 Calvino, in collaborazione con l’artista Toti Scialoja, lavora alla realizzazione di una serie di sei fiabe da portare in scena – L’ussaro e la luna, Lo specchio e il bersaglio, La foresta-radice-labirinto, La città abbandonata, Le porte di Bagdad, Il naufrago Valdemaro – raccolte sotto il titolo complessivo Il teatro dei ventagli. Partendo dall’analisi di questi testi, il saggio intende dimostrare come nelle intenzioni dello scrittore si sia palesato un contatto e un dialogo con una cultura diversa. Un dialogo che difficilmente altre sue opere hanno evidenziato in maniera altrettanto penetrante e suggestiva, rievocando, allo stesso tempo, con poche ma essenziali battute e pochi e significativi gesti un teatro lineare e spoglio, immerso in una atmosfera irreale e fantastica, memore della lezione orientale e dell’alta carica simbolica dei suoi oggetti.
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Riferimenti bibliografici
Bibliografia
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