La parabola: radici orientali ed echi occidentali di una forma narrativa
Abstract
La parabola sorge in Oriente presso gli Ebrei come forma di narrazione orale, il māšāl, codificato in un secondo momento per iscritto nella Torah e importato in Occidente dal Cristianesimo attraverso le parabole di Gesù. Mentre la tradizione cristiana l'ha dogmatizzata, la cultura ebraica ha preservato la parabola dalla cristallizazione delle Sacre Scritture, ricorrendovi sia nel contesto religioso sia in quello laico. L'intento di questo articolo è indagare la parabola come forma di frontiera nella sua struttura originaria, analizzandone il funzionamento con l'ausilio dell'esegesi biblica e della filologia letteraria. Esaminando il māšāl biblico, si scopre che, a differenza di come la tradizione cristiana concepisce le parabole di Gesù, la parabola ebraica non è un testo chiuso, inintelligibile senza la fede, bensì un esempio della Kunst des Erzählens di Benjamin, un testo aperto suscettibile di amplificazioni e cambiamenti, profondamente radicato nella realtà. Una cultura di frontiera tra Oriente ed Occidente come quella Yddish è ricorsa alla parabola per raccontare la Sapienza rabbinica, l'esperienza della vita maturata nel corso dei secoli dagli Ebrei dell'Europa orientale, ed ha restituito tale forma all'Occidente tramite autori di origine ebraica come Kafka, liberandola dal dogma cristiano.
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