Il Golem nell’immaginario romantico
Abstract
Dalla mistica ebraica, che ne segna l’origine, il Golem approda alla letteratura. Basandosi sulla critica tematica, il contributo segue questo passaggio con particolare riferimento alla letteratura romantica, in cui il Golem può essere letto come l’immagine culturale dell’ebraismo considerato dalla prospettiva dei non ebrei. L’analisi tocca così anche l’imagologia. Per la sua origine ebraica il Golem è associato all’Oriente e all’esotismo romantico, ma allo stesso tempo rappresenta i pregiudizi contro gli ebrei. Nell’immaginario romantico infatti l’uomo d’argilla, in quanto creatura artificiale, diventa l’etero-stereotipo negativo dell’ebraismo, indicando una forma di antisemitismo che divide l’Oriente in due parti, una buona e una cattiva. Non c’è dunque soltanto una opposizione tra Occidente e Oriente, ma l’Oriente stesso risulta diviso. Solo con Annette von Droste-Hülshoff questo Oriente ‘più orientale’ esemplificato dalla creatura d’argilla si ricongiunge con l’Occidente: perché il Golem è usato come metafora del mondo industrializzato, della sua disumanizzazione e fatale rovina. Le diverse declinazioni letterarie mostrano che il Golem, nella mistica ebraica simbolo di conoscenza elitaria ma assoluta e in ciò partecipe della totalità, riconquista il proprio originario valore universale nel suo divenire un mito della letteratura moderna.
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Riferimenti bibliografici
Bibliografia
Och, Gunnar, "«Gewisse Zauberbilder der jüdischen Kabbala». Zur Aneignung kabbalistischer Stoffe bei Achim von Arnim und Clemens Brentano", Kabbala und die Literatur der Romantik zwischen Magie und Trope, Eds. E. Goodman Thau - G. Mattenklott - C. Schulte, Tübingen, Niemeyer, 1999: 179-95.
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