«It was as Russian that I wrote my first novel». Wyndham Lewis e Dostoevskij
Abstract
Scopo del contributo è mettere in evidenza l’influenza esercitata dalla scrittura di Dostoevskij su Tarr (1918), il primo romanzo di Wyndham Lewis. Sebbene negli anni del cosiddetto “culto di Dostoevskij”, che investe l’Inghilterra nella seconda decade del ‘900, lo scrittore russo sia apprezzato tanto per lo spessore morale della sua opera quanto per l’approfondimento psicologico dei personaggi, pure il mondo letterario britannico è concorde nell’imputargli quella sciatteria formale che spingerà Henry James a definire i suoi romanzi “fluid puddings”. Lewis sembra invece essere il solo a riconoscere l’originalità della sua struttura narrativa complessa ed eterogenea – che successivamente Bachtin definirà polifonica, per l’intreccio di voci “indipendenti e disgiunte” su cui si fonda – e a prenderla a modello. Parzialmente ispirato a I demoni, Tarr rivela dunque il suo debito nella caratterizzazione del personaggio (Kreisler e Stavrogin hanno non poche somiglianze, come ammette lo stesso autore) ma soprattutto nella organizzazione dell’intreccio, che sembra procedere per scene tumultuose animate da un forte dinamismo psicologico, in cui il confronto tra le varie figure, grazie alla deflagrazione di stati interiori estremi e lungamente compressi, assume forme violente ed eclatanti.
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Riferimenti bibliografici
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