Le serie tv sono la nuova soap opera? Luci e ombre della Grande Serialità televisiva
Abstract
Fino a pochi anni fa la serialità rappresentava un tema marginale nel dibattito accademico, soprattutto in Italia mentre oggi, al contrario, le serie tv sono al centro di un vivace confronto internazionale che coinvolge una scholarship composita, appartenente a discipline tradizionalmente distanti dalla serialità televisiva.
La valorizzazione della formula seriale sembrerebbe riproporre, mutatis mutandis, alcune dinamiche che hanno accompagnato la fortuna critica della soap opera negli anni Ottanta e Novanta del Novecento, trasformandola da prodotto deteriore ad emblema della plasticità polisemica del testo televisivo, capace di coagulare intorno a sé il nascente e proficuo nucleo dei television studies e degli women studies.
Il parallelo (volutamente provocatorio) proposto in questo articolo tra soap opera e serie tv non si fonda certo sulla dimensione estetica o narrativa delle due formule seriali. L’ipotesi è, invece, che entrambe, pur diversissime tra loro, siano espressione di un assunto basilare della serialità: nelle diverse fasi storiche e culturali del suo sviluppo, la formula seriale si modella sulla fisionomia del mediascape che la ospita.
Come per la soap opera, così per le serie tv la centralità nel dibattito critico ne mette a nudo opportunità e contraddizioni, compreso il rischio del ritorno dell’antica questione dell’egemonia culturale, che tende a gerarchizzare la rilevanza di alcuni approcci e temi rispetto ad altri nello studio di uno stesso ambito di ricerca.
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