Claudia Scandura (ed.), La poesia russa da Puškin a Brodskij. E ora?
Abstract
«Nonostante il lusinghiero giudizio espresso da Majakovskij e da Jakobson», scrive la curatrice nel contributo conclusivo alla miscellanea, «la poesia russa non è particolarmente conosciuta o apprezzata in Occidente: i romanzi di Dostoevskij e Tolstoj e il teatro di Čechov sono molto più noti dei poemi di Puškin o di Lermontov e di Pasternak tutti ricordano il romanzo Il dottor Živago […] e non i versi, ed è anzi difficile trovare qualcuno fuori dalla Russia che lo conosca come poeta. Dello stesso Brodskij, beniamino delle élites intellettuali europee e di oltreoceano, si apprezza (e si vende) molto più la prosa che la poesia» (336). L’obiettivo del volume, che accoglie gli Atti del Convegno Internazionale La poesia russa da Puškin a Brodskij. E ora?, tenutosi a Roma dal 29 al 30 settembre 2011, sembra risiedere proprio nel recupero della tradizione poetica russa e nella ricerca di un riscatto del suo stesso statuto nell’ambito della ricezione occidentale, ma non solo.Downloads
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