Parola, corpo, potere: esercizi di lettura dal Julius Caesar di Shakespeare a Death and the Maiden di Ariel Dorfman
Abstract
Il saggio prende in esame il corpo come luogo di operazioni di scrittura tese a mettere in scena effetti di potere “in atto”. Attraverso esplorazioni testuali di opere significative, sebbene lontane nel tempo e appartenenti a sistemi linguistico-culturali distanti, come il Julius Caesar di Shakespeare e La muerte y la doncella (Death and the Maiden) di Ariel Dorfman, si intendono segnalare aspetti formali, modalità semiotiche, configurazioni ideologiche e strutture affettive proprie di una prassi retorica in cui la rappresentazione del corpo, tramite il linguaggio inteso come proiezione della fisicità, corrisponde a un’ostensione del potere come nesso di gesto e voce, azione e discorso – e soprattutto come zona di conflitto. Nelle due opere in questione la parola diventa visibile come meccanismo di esplicitazione di una fisicità che è zona di scontro e confronto tra effetti di potere quali la coercizione e la resistenza, tra occultamento e svelamento della verità, tra identità maschile e femminile. Alla luce di queste prove testuali, la scrittura del corpo si profila come una performance, densa di “intensità affettive”, dello stesso corpo in quanto punto di incrocio di effetti di parola e nucleo di atti ideologici e politici – un corpo, insomma, che è sia soggetto della storia, sia oggetto di molteplici operazioni e negoziazioni retoriche.Downloads
Riferimenti bibliografici
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