Call for Papers Vol. 7 Num. 1 Proteste e repressione nelle Americhe

2023-02-13

Le manifestazioni di protesta che si stanno svolgendo in Perù da diverse settimane e le rivendicazioni che puntano a una nuova costituzione stanno riportando in primo piano il dibattito sull'irrisolta questione delle relazioni tra i centri egemonici in cui si gestisce il potere e le periferie subalternizzate dei Paesi delle Americhe.

 

Infatti, la massiccia mobilitazione delle popolazioni del sud del Paese e la brutale repressione militare che ha causato (finora) più di 60 vittime sembrano mostrare, ancora una volta, le sfumature classiste e razziste che caratterizzano la società peruviana e hanno riportato alla mente una famosa frase del romanzo "El cantar de Agapito Robles" di Manuel Scorza, in cui si dice che sulle Ande non ci sono solo quattro stagioni, ma cinque: "primavera, estate, autunno, inverno e massacro" (Scorza 1977).

 

Questa situazione non è affatto nuova nel contesto sudamericano e, anzi, solo negli ultimi anni molti Paesi hanno vissuto conflitti simili: si pensi alle proteste in Bolivia dopo il colpo di Stato del 2019; alle imponenti marce delle confederazioni indigene in Ecuador nel 2022; o alle manifestazioni in Cile del 2019 che hanno portato alla creazione di una nuova assemblea costituente.

Eventi simili, anche se con sfumature diverse, si sono verificati anche nel continente nordamericano, che negli ultimi anni ha visto un intensificarsi delle diseguaglianze e del sentimento di sfiducia verso le istituzioni. Intersezioni di questioni di classe, genere, razzismo, abilismo e della crisi ambientale hanno visto emergere, nel periodo pre-pandemia e ancora di più in seguito all’emergenza sanitaria, la necessità di uno spazio di protesta collettivo e urgente nei confronti di un establishment troppo distante dalle problematiche sociali statunitensi e globali.

Nel panorama degli ultimi anni, le manifestazioni BlackLivesMatter, così come il movimento ProChoice riemerso in seguito alle politiche federali sempre più conservatrici e le dimostrazioni contro l’estensione della Keystone Pipeline, rappresentano solo alcuni dei fenomeni di protesta che hanno evidenziato lo scontento di un’intera generazione e una generale volontà di invertire una tendenza politica stratificata su un sistema neoliberista e capitalista.

Partendo da questa premessa, il prossimo numero di América Crítica si propone di riflettere e riconoscere come i conflitti sociali siano stati rappresentati nel contesto americano attraverso il prisma della letteratura e di altre forme artistiche, nonché da una prospettiva antropologica e storico-sociologica.

Allo stesso tempo, sembra urgente analizzare l'uso di categorizzazioni come campesino, comunero, indígena, terrorista, spesso utilizzate nei resoconti giornalistici delle manifestazioni come se fossero sinonimi, e interrogarsi sui luoghi di enunciazione delle stesse narrazioni "ufficiali".

 

Il dossier si intitolerà "Proteste e repressione nelle Americhe".

La scadenza per la presentazione delle proposte è il 30/04/2023.

 

Alcuni dei temi proposti per il dossier sono:

 

-I conflitti sociali in una prospettiva decoloniale.

-Conflitti ontologici.

-Mobilitazione sociale transfemminista.

-Memorie di proteste.

-Rappresentazioni degli attori della protesta.

-Lo spazio digitale come protesta delle nuove generazioni.

-La rivendicazione indigena come salvaguardia ambientale sul territorio americano.

-La narrazione Black Lives Matter e le responsabilità della politica federale.

-Le politiche antiabortiste e gli effetti sulla popolazione.

-Abbattere le statue razziste della Storia americana: una tendenza o un percorso obbligato?


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