Positive ideologies ain’t enough! (Dis)junctions and paradoxes in minority language protection

  • Giorgia Decarli Università di Verona, Italia

Abstract

Nel 2018 ho condotto una ricerca sull’applicazione delle misure di tutela per due gruppi linguistici minoritari (cimbro e mocheno) nelle scuole dell’Italia settentrionale. Lo studio aveva la finalità di descrivere i programmi di apprendimento linguistico ma si è lentamente trasformato in qualcosa di più. La prospettiva olistica dell’antropologia ha svelato profonde contraddizioni e paradossi nell’attuazione delle politiche linguistiche delle minoranze. Tali discrepanze suggeriscono che il diritto possa essere letto al contempo come un attore sociale “presente e assente” che influenza la realtà in modi non immediatamente percepibili. Da un lato, gli scopi di un dettato legislativo possono essere inibiti silenziosamente dall’inerzia deliberata o dalla mancanza di competenza dei burocrati. Dall’altro, un testo normativo, pur inibito, produce comunque effetti non rilevabili e impatta ontologicamente sugli individui. Di conseguenza, le ideologie positive non bastano se si sa poco di ciò che accade in termini operativi quotidiani e ciò non può essere ignorato, soprattutto dai sinceri sostenitori dei diritti linguistici ed educativi. Questo articolo sostiene una critica della “giustizia possibile attraverso il diritto” sostenuta dalle prime ricerche su diritto e società.

Pubblicato
2020-12-31
Come citare
Decarli, G. (2020) Positive ideologies ain’t enough! (Dis)junctions and paradoxes in minority language protection, Anuac, 9(2), pagg. 97-120. doi: 10.7340/anuac2239-625X-3987.
Sezione
Articoli