Antonio Gramsci: Towards an ethnographic Marxism

  • Kate Crehan City University of New York, Stati Uniti

Abstract

La “cultura” per Gramsci è sempre stata un aspetto importante della lotta politica. Nei Quaderni del Carcere egli insiste sul bisogno di realizzare «un fronte culturale come necessario accanto a quelli meramente economici e meramente politici» (Gramsci 1995: 345). Tuttavia dobbiamo notare che il concetto di cultura presente nei quaderni è piuttosto diverso da quello impiegato nell’antropologia convenzionale (si veda Crehan 2002). Allo stesso tempo, l’approccio di Gramsci alla cultura, e alla sua relazione con la storia, può essere visto come influenzato da una sensibilità etnografica, che è sempre determinata dall’individuare, e dal prendere sul serio, le storie che altri usano per dare senso al loro mondo e per navigare in esso a modo loro . Per chiarire la natura della sensibilità etnografica presente nei quaderni e nelle lettere scritte in prigione, l’articolo compara questa sensibilità con quella di Bronisław Malinowski così come è stata stabilita nella famosa “Introduzione” di Argonauti del pacifico occidentale (che George Stocking ha definito l’atto mitico costitutivo dell’antropologia). L’articolo sostiene che l’approccio etnograficamente informato di Gramsci può aiutare antropologi e altri ricercatori a rintracciare il complicato passaggio tra le strutture materiali che formano gli scenari sociali e politici entro i quali le persone vivono, e le narrazioni con le quali esse vivono. Comprendere ciò costituisce il presupposto fondamentale per ogni movimento politico che si proponga di realizzare un mondo più giusto e più equo.
Pubblicato
2018-12-31
Come citare
Crehan, K. (2018) Antonio Gramsci: Towards an ethnographic Marxism, Anuac, 7(2), pagg. 133-150. doi: 10.7340/anuac2239-625X-3453.
Sezione
Saggi