Linguaggio teatrale, dispositivi narrativi e anti-antiziganismo
Abstract
Basandosi sull’esperienza di ricerca vissuta a Šuto Orizari, l’autore approfondisce il ruolo che il linguaggio teatrale e i dispositivi narrativi possono assumere nel contrastare la diffusione e il rafforzamento dell’antiziganismo nell’opinione pubblica. Šuto Orizari è una delle dieci Municipalità di Skopje, capitale della Macedonia, ed è l’unica realtà istituzionale al mondo dove il romanés è utilizzato come lingua ufficiale e dove i rom eleggono un proprio Sindaco e possono contare sulla maggioranza del Consiglio Comunale. Andrea Mochi Sismondi e Fiorenza Menni vi hanno vissuto per due anni partecipando alle lunghe discussioni comunitarie, seguendone i rituali, confrontando paradigmi e visioni del mondo, raccogliendo materiali per produrre due spettacoli teatrali, un libro, e per organizzare diverse occasioni pubbliche di confronto sui temi fondanti della filosofia politica. Libertà e uguaglianza, aspirazione a una vita migliore e felice, possibilità di seguire un proprio autonomo progetto di vita, diritto di muoversi sul territorio attraverso i confini: temi che sono alla base delle Costituzioni degli Stati moderni e sui quali i due artisti hanno incentrato le lunghe interviste con i cittadini di Šuto Orizari. Il loro lavoro utilizza gli strumenti e le prassi della ricerca etnografica per elaborare opere artistiche capaci di rivelare l’infondatezza di quella presunta distanza culturale incolmabile che impedirebbe il dialogo e la reciproca conoscenza tra rom e non rom.
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