Lost in translation: ‘Unprovenanced objects’ and the opacity/transparency agenda of museums’ policies

  • Cristiana Panella Royal Museum for Central Africa, Tervuren, Belgio

Abstract

Attraverso l’esempio delle antiche terrecotte del Mali, questo articolo propone una riflessione epistemologica sul rapporto tra pratiche occulte che sottendono la circolazione di opere senza tracciabilità e retoriche e politiche ufficiali veicolate dai musei, sviluppando un’analisi dell’associazione kantiana tra Verità, Bellezza e Bontà presente nelle politiche del patrimonio culturale e nella circolazione delle opere d’arte. In questa prospettiva si fa riferimento alle teorie di Luhmann su fiducia e potere e di Handler sull’autenticità per mostrare come l’esclusione della vita sociale di queste terrecotte (traiettorie individuali dei mercanti d’arte, strategie d’investimento, politiche di collezione, sovrapposizione legale/illegale) incrini il rapporto di fiducia che i musei vorrebbero istituire con il proprio pubblico, (ri)producendo forme di diseguaglianza sociale. A partire da questa riflessione è possibile stabilire un nesso tra il valore estetico degli oggetti e il grado di opacità delle loro molteplici tappe di produzione: più il contesto locale del mercato informale e clandestino rimane vago, più il processo di omogenizzazione globale dei criteri deontologici ed estetici ufficiali risulta effettivo e solido.

Pubblicato
2015-07-27
Come citare
Panella, C. (2015) Lost in translation: ‘Unprovenanced objects’ and the opacity/transparency agenda of museums’ policies, Anuac, 4(1), pagg. 66-87. doi: 10.7340/anuac2239-625X-1874.
Sezione
Articoli