Metafore in azione: Rappresentazioni e retoriche nell’immaginario socioculturale della malattia di Alzheimer in Occidente
Abstract
Questo articolo offre una panoramica del dibattito su persona e sé nella malattia di Alzheimer che si avvia negli anni Ottanta del secolo scorso in risposta alla diffusione di metafore disumanizzanti su questa condizione di salute descritta come una “perdita del sé” che rende chi ne soffre una “non persona”. Le visioni del totale annullamento di persona e sé sono state criticate in riflessioni teoriche, studi fenomenologici e programmi “centrati sulla persona”. In particolare, hanno dimostrato che le possibilità di espressione e azione si preservano anche a stadi relativamente avanzati della patologia, promuovendo la valorizzazione delle dimensioni affettive, sociali, relazionali, le storie di vita e l’esperienza della malattia della persona pienamente riconosciuta. Tuttavia, anche questi approcci producono stereotipi e l’adesione ai costrutti metaforici è ancora radicata. Presenterò questi discorsi plurali e descriverò le principali metafore, rappresentazioni e retoriche relative alla malattia di Alzheimer e le persone che ne soffrono nei contesti occidentali.Anuac applica una licenza Creative Commons - Attribuzione (CC-BY) a tutto il materiale pubblicato. Con la licenza CC-BY, gli autori mantengono il copyright sui propri contributi, garantendo a chiunque la possibilità di scaricare, riusare, ristampare, modificare, distribuire e/o copiare i materiali pubblicati da Anuac, con la sola condizione che siano correttamente citati l’autore e il titolo della rivista.
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