Note sull'architettura in terra cruda in Sardegna: dalle origini alle età punica e romana

  • Raimondo Secci Università di Bologna. Dipartimento di Beni Culturali
Parole chiave: Sardegna, mattoni crudi, pisé, lutum punicum, età punica e romana.

Abstract

Questo contributo si propone di fornire una visione d’insieme sull’origine e lo sviluppo dell’architettura in terra cruda in Sardegna, alla luce delle acquisizioni più recenti e delle fonti letterarie. Le prime testimonianze di sistemi costruttivi basati sull’impiego dell’argilla possono essere attribuite alla cultura San Michele di Ozieri, sviluppatasi nel Neolitico Recente. In prosieguo di tempo, il fenomeno sembra intensificarsi a partire dal Bronzo Recente e Finale, soprattutto nella regione campidanese e in Gallura, e generalizzarsi in seguito al contatto con la cultura fenicia, registrando la massima diffusione in età punica e romana. Sebbene sia possibile ricostruire l’evoluzione di questa cultura edilizia in linea generale, il quadro disponibile mostra ancora numerosi interrogativi e ampie zone d’ombra, che dovranno essere risolti dalla ricerca futura.

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Biografia autore

Raimondo Secci, Università di Bologna. Dipartimento di Beni Culturali

Ricercatore di Archeologia fenicio-punica (L-OR/06)

Professore aggregato di Archeologia fenicio-punica (L-OR/06) e di Archeologia e storia dell'arte del Vicino Oriente antico (L-OR/05)

Pubblicato
2022-06-20
Come citare
Secci, R. (2022). Note sull’architettura in terra cruda in Sardegna: dalle origini alle età punica e romana. Layers. Archeologia Territorio Contesti, (7), 49-73. https://doi.org/10.13125/2532-0289/5151
Fascicolo
Sezione
Articoli
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