Pandemos
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<p><em><strong>Pandemos. Rivista di scienze umane, politiche e sociali</strong></em> è un periodico annuale ad accesso aperto con valutazione paritaria, che offre uno spazio libero di dibattito accademico, nel quale la globalità e la complessità dell’esperienza umana sono osservabili sotto diverse angolazioni, individuate secondo criteri epistemologico-metodologici orientati alla multidisciplinarietà, alla multiculturalità e alla multidimensionalità.</p>UNICApressit-ITPandemos<p>Gli Autori mantengono i diritti sulle rispettive opere, e cedono a <strong><em>Pandemos</em></strong> il diritto di prima pubblicazione.</p> <p>Gli Autori possono aderire ad altri accordi di licenza non esclusiva per la distribuzione dell’opera pubblicata (ad esempio possono depositarla presso un archivio istituzionale, pubblicarla come capitolo o paragrafo di uno studio monografico, etc.), a patto d’indicare che la prima pubblicazione è avvenuta su <strong><em>Pandemos</em></strong>.</p> <p>Gli Autori possono diffondere online le rispettive opere anche prima e durante il processo di presentazione e di valutazione (in particolare possono depositarle presso repository istituzionali, o mostrarle in siti web personali), in quanto ciò può avere ricadute positive sulla ricerca nel particolare ambito, e può altresì contribuire ad aumentare il numero delle citazioni dell’opera pubblicata (vedi a riguardo <a href="https://web-archive.southampton.ac.uk/opcit.eprints.org/oacitation-biblio.html">The Effect of Open Access</a>).</p> <p><strong><em>Pandemos</em></strong> si riserva il diritto di ripubblicare le opere pubblicate, parzialmente o integralmente, come ristampa o uscita monografica, in versione sia elettronica sia cartacea.</p>Into Horror with Walpole
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<p>Questo saggio mette in luce alcuni aspetti chiave che spianarono la strada al nuovo genere letterario del romanzo gotico. Attingendo a piene mani da un ampio ventaglio di tradizioni e interessi culturali, il <em>Castello d'Otranto</em> (1764) di Horace Walpole sfidava a viso aperto i canoni, le convenzioni e le filosofie del tempo, in una tensione feconda tra passato e presente, parola e immagine, finzione e realtà.</p>Jeremy Black
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2024-01-082024-01-0821610.13125/pan-6022Il trattato di pace tra Giovanni I d’Aragona ed Eleonora d’Arborea del 1388-1390
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<p>Il saggio intende ricostruire l’iter politico-diplomatico che ha condotto nel 1388 alla stipula della pace in Sardegna tra la Corona d’Aragona e il Giudicato di Arborea, ponendo provvisoriamente fine a un conflitto che caratterizza buona parte della seconda metà del Trecento. L’obiettivo primario – in attesa della pubblicazione di una monografia comprensiva dell’edizione del trattato – è quello di fornire una puntuale schedatura della documentazione in vista di una riflessione storiografica di più ampio spettro, nel quadro delle vicende del basso medioevo mediterraneo.</p>Alessandro Soddu
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2024-03-292024-03-29213310.13125/pan-6056Valutazione, qualità e riflessività: un’analisi multidisciplinare tra teoria, ricerca, pratiche professionali ed esperienze sul campo
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<p>Quali sono state le principali evoluzioni dei modelli ed approcci valutativi nell’ambito dei contesti formativi, progettuali e degli enti pubblici? Quali sono le attuali sfide con cui la ricerca, le amministrazioni e i professionisti si confrontano? Quali le possibili direzioni da intraprendere per migliorare le dimensioni dell’efficacia, della qualità e della riflessività all’interno dei servizi e delle politiche pubbliche? Questi sono alcuni degli interrogativi che hanno guidato l’articolazione del presente contributo, in un’ottica multidisciplinare e in un rapporto circolare tra teoria e prassi.</p>Luisa PandolfiAntioco LeddaFederica Palomba
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2024-09-192024-09-19213910.13125/pan-6337Le «virtù delle donne». La campagna di Elizabeth Nihell contro la maschilizzazione del «comarato» (1760-1772)
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<p>Nella Londra settecentesca nuove figure maschili, a caccia di guadagni maggiori (medici, chirurghi, speziali, dentisti, etc.), presero a invadere sempre più massicciamente l’antico monopolio femminile delle pratiche di assistenza e accudimento del corpo della donna in periodo di gravidanza, parto e puerperio. Gli scritti di Elizabeth Nihell offrono un interessante spaccato dell’energica difesa opposta dalle «comari» levatrici, attraverso una puntuale esaltazione di competenze e sensibilità tipicamente o unicamente femminili, senza però disdegnare di far leva anche sui tradizionali valori dell’arcaica società patriarcalista, e anzi brandendo come una clava l’idea delle «parti pudende muliebri» quale proprietà esclusiva del marito, limite invalicabile per la salvaguardia dell’onore virile, della certezza della discendenza e dell’integrità del patrimonio. Questa ricerca ricostruisce i chiaroscuri di un passaggio tortuoso che fu segnato da un intreccio indissolubile di tenaci permanenze e brusche, multiformi trasformazioni.</p>Guglielmo Sanna
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2024-10-082024-10-08214010.13125/pan-6387Espacios educativos especiales en la tradición jurídico-pedagógica italiana, entre los siglos XIX y XX: el Buque-escuela Redenzione
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<p>En los años en que la <em>Escuela Italiana de Criminología</em>, aprovechando la corriente del Positivismo, logró adquirir una autonomía disciplinar propia, preludio de grandes éxitos aunque de corta duración, en Italia se desarrolló una tradición pedagógica innovadora que buscaba transformar las cárceles de lugares de marginación y exclusión social en espacios de recuperación social basados en la educación y la formación. En esos mismos años, algunos proyectos educativos dirigidos a la rehabilitación social de los delincuentes menores llegaron aún más lejos, cuestionando la verdadera capacidad rehabilitadora del sistema penitenciario, así como sus prácticas consolidadas y obsoletas. Entre estos, destacó la propuesta educativa del profesor Nicolò Garaventa (1848-1917) con el proyecto de la Nave Redentora, una página interesante y poco conocida de la historia de la educación italiana, que involucró a casi 12.000 menores en el periodo comprendido entre 1883 y 1977.</p>Stefano Lentini
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2024-12-202024-12-20211210.13125/pan-6455Musica e potere. Gli usi del linguaggio musicale nei regimi totalitari
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<p>La musica ha costituito un importante strumento propagandistico per i totalitarismi che, consapevoli della sua potenza comunicativa, l’hanno trasformata in un efficace mezzo di manipolazione politica attraverso una rigida regolamentazione. Nonostante ciò, essa ha saputo talvolta estraniarsi da questa morsa restituendo così un’immagine fedele dei mutamenti socio-politici dell’epoca totalitaria.</p>Gabriele Muzzu
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