https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/issue/feedArcheoArte2022-09-22T09:34:41+02:00Fabio Pinna (Direttore responsabile)fabio.pinna@unica.itOpen Journal Systems<p><span style="font-weight: 400;">ArcheoArte è una rivista scientifica internazionale, peer-reviewed e </span><em><span style="font-weight: 400;">open access</span></em><span style="font-weight: 400;"> dedicata allo studio di valori e significati del patrimonio culturale in tutti i campi dell’Archeologia e della Storia dell’Arte. ArcheoArte è classificata dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca) come rivista scientifica dell’Area 10. ArcheoArte accoglie contributi scientifici inediti in italiano, inglese e spagnolo, caratterizzati da originalità e innovatività. Ha periodicità annuale.</span></p>https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/5316Archeologia e storia dell’arte ad accesso aperto per interpretare le missioni dell’Università2022-09-19T15:29:51+02:00Fabio Pinnafabio.pinna@unica.it<p>Editoriale N.4 rivista ArcheoArte</p>2021-12-15T00:00:00+01:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/593Cave megalitiche della Sardegna2022-09-19T15:36:57+02:00Marco Serramarco.serra@unica.it<p>L’importanza assunta dalle geo-risorse in antico ha indotto la realizzazione del seguente lavoro nel quale si presentano i risultati di uno studio sull’attività estrattiva dei materiali lapidei posta in essere durante la Preistoria sarda. L'analisi ha preso in considerazione quattro contesti isolani caratterizzati da emergenze megalitiche. In seno a tali contesti è stato possibile ricostruire la catena operativa dell’estrazione dei megaliti. L’osservazione delle tracce in cava e sui manufatti ha permesso la definizione delle fasi che vanno dalla ricerca e ottenimento della materia prima fino alla realizzazione del “lito-costruito”. È stato infine possibile avanzare delle ipotesi sui fenomeni distributivi delle materie prime cavate, sia in termini spaziali che temporali.</p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2021-12-15T00:00:00+01:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/714Un nuovo contributo allo studio dell'età del Ferro nella Sardegna centro-orientale dal villaggio di Seleni-Lanusei (prov. Ogliastra)2022-09-19T12:41:24+02:00Gianfranca Salisgianfranca.salis@beniculturali.it<p class="Riassunti">Il contributo propone un primo bilancio degli scavi nel villaggio nuragico di Gennaccili, nel bosco di Seleni a Lanusei. Gli scavi hanno evidenziato elementi essenziali dell'insediamento, che ha una lunghissima durata, dall'età del Bronzo Medio alla tarda età del Ferro, almeno fino al VI secolo a. C. il settore maggiormente indagato dell'abitato ha restituito materiali ceramici talora inediti, materiali di importazione e fornito dati importanti per lo studio e la conoscenza di fasi ancora poco note, soprattutto nella Sardegna centro-orientale.</p> <p class="Riassunti"><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/2520Emergenze monumentali di età nuragica dal territorio di San Sperate (CA)2022-09-19T12:41:43+02:00Alberto Mossamossaalberto1@gmail.com<p>In seguito alle ricerche condotte nell’ambito della stesura della tesi di Laurea Triennale nell’A.A. 2010/20111, è emerso, all’interno del territorio comunale di San Sperate, un quadro insediativo abbastanza articolato che ha restituito importanti testimonianze d’Età protostorica, comprese nell’arco cronologico che va dal Bronzo medio sino alla Prima Età del Ferro. Gli spietramenti perpetuati negli ultimi 60 anni per bonificare i campi hanno compromesso e danneggiato le strutture dei monumenti protostorici, perciò risulta difficoltoso determinarne la tipologia e l’impianto planimetrico.</p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em> </p> <p>During the research conducted within the thesis’s draft of Bachelor’s Degree in 2010/2011, has emerged, in the council area of San Sperate, a settlement square sufficiently well-structured that returned important statements of proto-historic age, included in a time spans starting from the Middle Bronze Age until the Early Iron Age. The levelling and removals of stones perpetuated over the last 60 years to reclaim fields have jeopardized and damaged the structures of proto historic monuments, so it is difficult to determine the type and planimetry’s installation.</p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/706Il dolmen MI10 nel sito di Henchir Midid (Governatorato di Siliana - Tunisia)2022-09-19T12:42:34+02:00Riccardo Cicillonir.cicilloni@unica.it<p class="Riassunti" style="margin: 0cm 0cm 0pt;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Times New Roman;">In Tunisia, nell’ambito del progetto interdisciplinare “Storia dei paesaggi preistorici e protostorici nell’Alto Tell tunisino”, nel corso degli anni 2002-2005 il Centro Interdipartimentale per la Preistoria e la Protostoria del Mediterraneo dell’Università degli Studi di Cagliari (C.I.P.P.M.), in collaborazione con l’Institut National du Patrimoine de la République Tunisienne (I.N.P.), ha effettuato tre missioni di ricerca interdisciplinare sul territorio del circondario di Maktar, Henchir Midid (o Mididi), a poche decine di Km da Maktar (Governatorato di Siliana) ed Ellès (presso Le Sers, Governatorato di El Kef), con la Direzione Scientifica della Prof.ssa Giuseppa Tanda e del Prof. Mansour Ghaki. Durante la seconda (2003) e terza (2005) missione si è effettuato lo scavo archeologico del dolmen denominato MI10, ubicato nelle vicinanze dell’insediamento romano di Henchir Midid. Nel contributo vengono presentati i risultati di tali indagini, condotte da chi scrive, che hanno evidenziato un’interessante situazione stratigrafica e hanno permesso di ricostruire le varie fasi di utilizzo del dolmen, dall’epoca preistorica e protostorica sino alle fasi di rifrequentazione di età bizantina.</span></span></p> <p class="Riassunti" style="margin: 0cm 0cm 0pt;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Times New Roman;"><em>[ultima revisione Dicembre 2021]</em></span></span></p> <p class="Riassunti" style="margin: 0cm 0cm 0pt;"> </p> <p class="Riassunti" style="margin: 0cm 0cm 0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;"> <span style="font-size: x-small;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">In Tunisia, within the interdisciplinary project "History of the prehistoric and proto-historic landscapes in Tunisian High Tell", during the years 2002-2005 the </span><span lang="EN" style="mso-ansi-language: EN;">Interdepartmental Centre</span><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"> for the Mediterranean Prehistory and Proto-History of the University of Cagliari (C.I.P.P.M.), in collaboration with the Institut National du Patrimoine de la République Tunisienne (I.N.P.), has carried out three missions of interdisciplinary searches on the territory of the district of Maktar, Henchir Midid (or Mididi), about ten Km from Maktar (Governorship of Siliana) and Ellès (near Le Sers, Governorship of El Kef), with the Scientific Direction of Giuseppa Tanda and Mansour Ghaki. During the second (2003) and third (2005) mission, the équipe has effected an archaeological excavation in the dolmen denominated MI10, situated in the proximities of the Roman settlement of Henchir Midid. In this contribution the author introduces the results of his investigations, that have evidenced an interesting stratigraphic situation: the investigation has allowed to reconstruct several phases of use of the dolmen, from the prehistoric and proto-hystoric age to the phases of Byzantine reuse.</span></span></span></p> <p> </p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/804Repercussa imaginis umbra est. Qualche considerazione su malia e malocchio nel mondo antico.2022-09-19T12:42:53+02:00Marco Giumanmgiuman@unica.it<p>Abstract: Sono poche le vicende culturali che possono vantare una continuità funzionale tanto marcata come quella che, nel corso delle vicende umane, caratterizza atavicamente la paura del malocchio. Il tema del potere nefando dello sguardo, uno sguardo che incanta ma che all’un tempo può anche essere pericolosamente ammaliante, si rivela una chiave culturale di particolare e duratura fortuna in ambienti molto distanti per cultura e cronologia. Questo contributo vuole approfondire alcuni aspetti dei meccanismi simbolici e funzionali che, nel mondo classico, rimarcano questo singolare fenomeno di empatia visiva, concentrandosi in particolar modo su alcune dinamiche iconografiche che caratterizzano l’immagine di Phthonos. </p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p> <p>English abstract: The theme of the negative power of the gaze – or <em>baskania</em> – is an enduring topic in the human history. At the same time fascinating and dangerous, the gaze is an important exegetical key that recurs in many situations, often different in culture and chronology. The focus of this paper is to investigate some symbolic mechanisms that in classical world distinguish the image of Evil Eye / Phthonos.</p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/79Corrispondenze funzionali e urbanistiche di età repubblicana nel Mediterraneo occidentale, osservazioni preliminari su Carales e Tarraco2022-09-19T12:43:38+02:00Antonello Vladimiro Grecoantonellogreco@hotmail.com<p>Sono proposte possibili linee di ricerca che, sulla base della documentazione letteraria ed archeologica, valutano in parallelo lo sviluppo urbanistico e funzionale di due “capitali” provinciali repubblicane, <em>Carales</em> (Cagliari) e <em>Tarraco</em> (Tarragona), secondo una comune modalità di <em>giustapposizione</em> del primitivo insediamento romano a centri urbani costieri preesistenti. La medesima dinamica urbanistica potrebbe essere significativamente individuata anche in un’altra “capitale” provinciale repubblicana, l’africana <em>Utica</em>.</p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/800Il Complesso monastico di S. Domenico: aspetti e problemi2022-09-19T12:44:04+02:00Maria Francesca Porcellamariafrancesca.porcella@beniculturali.itRaffaella Cartaraffacarta@yahoo.it<p>In occasione dei lavori di restauro nel complesso conventuale di San Domenico in Cagliari, condotti a partire dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso dalla Soprintendenza ai Beni A.P.S.A.E. di Cagliari e Oristano in collaborazione con la competente Soprintendenza Archeologica, sono state indagate diverse aree del chiostro che hanno restituito numerose ceramiche medievali e post medievali appartenenti ad un ampio arco cronologico (XIV-XIX) e a diverse aree di produzione, quali la Liguria, la Toscana, il Lazio, la Campania e la Penisola Iberica insieme a numerose testimonianze di produzione locale. La presenza di questo materiale testimonia, da una parte, il persistere nel tempo di alcuni assi privilegiati nei traffici commerciali della Sardegna (versante tirrenico e levantino), dall’altra fornisce importanti informazioni sulle vicende architettoniche del convento domenicano e sulla vita della comunità religiosa e del quartiere storico di Villanova.</p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/795Il Complesso monastico di San Domenico: manufatti ceramici della produzione cd. “protomaiolica”.2022-09-19T12:44:21+02:00Silvia Vignairadili@hotmail.com<p>L'elaborato prende in considerazione quattro manufatti di protomaiolica rinvenuti negli scavi del 1990-91 all'interno della chiesa di San Domenico a Cagliari. I manufatti vengono dapprima presentati secondo le loro caratteristiche stilistico-formali, quindi vengono precisate meglio le aree di provenienza attraverso confronti con materiali editi che presentano stringenti analogie. Seguono considerazioni generali riguardo l'importazione della protomaiolica in Sardegna alla luce dell'eccezionale rinvenimento di San Domenico, che offre un ulteriore spunto di riflessione sul ruolo svolto da tale classe ceramica nell'Isola.</p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/787Il Complesso conventuale di San Domenico: gli azulejos di produzione iberica2022-09-19T12:44:38+02:00Cinzia Leccacinzia.lecca87@tiscali.it<p>Throughout renovation works made in the convent closter of San Domenico, under direction of the Superintendence of Cultural Heritage and Architecturals, Landscapes, Historicals, Artistics and Ethnoanthropologicals for the provincial administrations of Cagliari and Oristano, a lot of iberians azulejios have been discovered and most of them are valencians.<br> These archeologicals finds date back between mid-fifteenth and eighteenth century and and relate to the stages of completion of the monastery.</p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/2596La processione di San Nicolò di Enesta e la stratigrafia di uno storico cammino iglesiente2022-09-19T12:44:54+02:00Mattia Sanna Montanellim.sanna.montanelli@gmail.com<p>Il presente contributo propone i risultati parziali di uno studio condotto sulla viabilità dell’Iglesiente montano preindustriale, dal quale emerge l’evidenza di diverse direttrici di penetrazione nel distretto, sviluppatesi di pari passo con l’evoluzione dell’insediamento nel settore, dall’età romana fino alla contemporaneità. Tra questi percorsi, assume particolare interesse quello che dalla città di Iglesias conduceva fino alla chiesetta rurale dedicata a san Nicolò presso Enesta, villa abbandonata in età moderna (ma sorta in corrispondenza di un insediamento rimontante all’età romana imperiale) che risulta interessata da un cammino processionale dedicato al santo che resterà in vita per circa due secoli.</p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/5317Archeologia dei confini nella Sardegna medievale: appunti per una nuova proposta di cartografia geopolitica (XII-XIV secolo)2022-09-22T09:34:41+02:00Francesco Mamelifra.mameli8@gmail.com<p class="p1">Lo studio dei limiti amministrativi della Sardegna giudicale necessita di un importante lavoro di ricerca e di nuovi contributi che possano fornire ulteriori apporti indirizzati alla ricostruzione dell'evoluzione dei molteplici confini esistenti, nel passato, tra i territori di pertinenza delle diverse istituzioni operanti nell'isola durante il medioevo sardo. In questo contributo sono presentate 13 nuove carte riguardanti la Sardegna in un periodo compreso tra la prima metà del XII secolo e il 1323. Le carte sono state realizzate attraverso un metodo che ha tenuto conto di fonti e studi riguardanti i principali fatti storici avvenuti nell'epoca presa in esame. Queste hanno lo scopo di proporre un primo passo verso la costruzione di una cartografia, puntuale e aggiornata, del tessuto politico e amministrativo giudicale che possa fornire un punto di vista aggiuntivo nella lettura geopolitica della Sardegna medievale e stimolare la nascita di forme di costruzione partecipata e apportativa che possano innestare, nella base generale fornita, opere di maggior dettaglio.</p> <p class="p1"><em>[ultima revisione Dicembre 2021]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/2602La Vergine Orante di Santa Maria di Tergu2022-09-19T12:45:34+02:00Antonio Pinnaantonio_pinna@live.com<p>All’interno della chiesa di Santa Maria di Tergu (SS), nel territorio dell’Anglona, in Sardegna è custodito il simulacro litico della Vergine Orante. Scolpito nella vulcanite rossa, il manufatto è derivato da un modello iconografico bizantino. Il lavoro svolto, in un’analisi storico artistica, propone di inserire la scultura della Vergine Orante di Santa Maria di Tergu, in quel clima di influssi artistici giunti in Sardegna, in particolar modo in questo caso nel Giudicato di Torres, con l’affermarsi dei gusti pisani e benedettini, capaci di guardare con grande interesse le tipologie iconografiche bizantine, per svincolarle dalle forme classiche orientali e arricchirle di una nuova libertà comunicativa.</p> <p><em>[ultima revisione Dicembre 2021]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/2629Hagnos, Miasma e Katharsis. Viaggio tra le categorie del puro e dell’impuro nell’immaginario del mondo antico. Convegno internazionale: Cagliari, Cittadella dei Musei, 4-6 maggio 20162022-09-19T12:45:50+02:00Romina Carbonicarboni.romina@libero.it<p>Cronaca del Convegno internazionale “Hagnos, Miasma e Katharsis. Viaggio tra le categorie del puro e dell’impuro nell’immaginario del mondo antico” svoltosi a Cagliari presso la Cittadella dei Musei dal 4 al 6 maggio 2016.</p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/2600Officina Ecclesiensis. Dal sodalizio tra Diocesi di Iglesias e Università di Cagliari un nuovo Laboratorio per i Beni Culturali a servizio delle comunità locali.2022-09-19T12:46:06+02:00Mattia Sanna Montanellim.sanna.montanelli@gmail.com<p class="Riassunti">Breve nota di presentazione della prima attività pubblica di <em>Officina Ecclesiensis</em>, il Laboratorio per i Beni Culturali nella Diocesi di Iglesias, che vede coinvolto il Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari e l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi ecclesiense-sulcitana. </p> <p class="Riassunti"><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/2620Lavorare con i beni culturali: attrezzi del mestiere (Cagliari-7-9 aprile 2016)2022-09-19T12:46:21+02:00Andrea Palaandreapala@unica.it<p>Nota informativa sull’attività didattica e laboratoriale del Dipartimento di Storia Beni Culturali e Territorio dell’Università degli Studi di Cagliari, svolta dai docenti del Corso di Laurea in Beni Culturali dal 7 al 9 aprile del 2016 presso i locali espositivi dell’ExMà. </p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/3088Le attività di Vestigia (Il Laboratorio di Didattica e Comunicazione dei Beni Culturali dell’Università di Cagliari) nel 2017: Il Trentapiedi dei Monumenti a Sant’Avendrace.2022-09-19T12:46:39+02:00Francesco Mamelifra.mameli8@gmail.com<p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/archeoarte/article/view/2516Recensione a: Alessandra Pasolini, Rafaella Pilo (a cura di), Cagliari and Valencia during the Baroque Age. Essays on Art, History and Literature, Valencia: Albatros Ediciones 20162022-09-19T12:46:57+02:00Fabrizio Tolafabrizio12tola@gmail.com<p>Recensione al volume "Cagliari and Valencia during the Baroque Age. Essays on Art, History and Literature", edito dalla Albatros Ediciones (Valencia) nel 2016 a cura di Alessandra Pasolini e Rafaella Pilo.</p> <p><em>[ultima revisione Gennaio 2018]</em></p>2022-09-19T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##