https://ojs.unica.it/index.php/abside/issue/feedABside2024-11-19T10:07:43+01:00Andrea Palaredazione.abside@gmail.comOpen Journal Systems<p>ABside è una rivista internazionale, peer review e Open Access di Storia dell'Arte dell'Università degli Studi di Cagliari. È classificata come rivista scientifica per le Aree 10 e 8 dall’ANVUR (agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca). La rivista accetta contributi inediti in italiano, inglese, spagnolo e francese. Ha periodicità annuale in pubblicazione continua (PC), a partire dalla Call for Papers con chiusura del numero a fine anno solare.</p>https://ojs.unica.it/index.php/abside/article/view/6356Una chiesa perduta e il suo committente nella Bisanzio paleologa: S. Giovanni a Selymbria e il parakoimomenos Alessio Apocauco2024-10-24T10:04:32+02:00Rebecca Amendolarebecca.amendola@uniroma1.it<p>Questo contributo propone un approfondimento sul rapporto tra arte e società nella Bisanzio di epoca paleologa attraverso l’esame circostanziato di un caso esemplare di mecenatismo aristocratico alle porte di Costantinopoli. Oggetto dello studio è la perduta chiesa di San Giovanni a Selymbria (oggi Silivri, nei pressi di Istanbul), eretta per volontà del parakoimomenos e megas doux Alessio Apocauco (ca. 1280-1345), personalità di spicco nelle turbolente vicende politiche che segnarono l’impero durante la prima metà del XIV secolo. L’edificio, trasformato in moschea poco dopo la conquista ottomana della città (1462-1463), già alla fine del XIX secolo era ridotto allo stato di rudere e scomparve definitivamente al termine della Grande Guerra. Tuttavia, è possibile elaborare una ricostruzione “virtuale” di alcuni aspetti della chiesa grazie all’analisi comparativa di ciò che di essa sopravvive, di alcune fotografie storiche poco note, delle descrizioni fornite da viaggiatori e archeologi ottocenteschi e un gruppo di capitelli con i monogrammi di Alessio Apocauco oggi custoditi presso il Museo Archeologico di Istanbul. Una nuova indagine ravvicinata della chiesa di Selymbria consente non soltanto di gettare una luce inedita sulla figura del committente e sul suo rapporto con le arti, ma anche di restituire</p>2024-10-23T11:37:39+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/abside/article/view/6354Nuove sculture per la cattedrale di Santa Maria de Episcopio a Benevento2024-10-24T10:04:33+02:00Gianluigi Viscionegianluigi.viscione@unifi.it<p style="font-weight: 400;">Il contributo intende rendere noti e contestaualizzare, per quanto possibile, una serie di lacerti scultorei reimpiegata nell’archivolto del portale maggiore del Duomo di Santa Maria a Benevento e finora passata inosservata. Questi, malgrado la loro frammentarietà, dovevano comporre delle lastre trapezoidali, probabilmente appartenenti al timpano scolpito sul portale dell’edificio, con la rappresentazione speculare di una coppia di pistrici. Alla luce del soggetto raffigurato, ricorrente negli arredi liturgici soprattutto campani tra XI e XIII secolo, la serie di elementi scultorei è stata messa in relazione con una coppia di rilievi con spire squamate del Museo del Sannio, per cui si suppone una comune provenienza dal complesso episcopale. Questa nuova acquisizione ha consentito di riconsiderare, inoltre, la cronologia solitamente ipotizzata per il cantiere della cattedrale. Sulla base delle fonti coeve e dell’originaria dedicazione epigrafica della <em>Janua Maior</em>, è stato possibile datare il riallestimento dell’area presbiteriale e l’erezione di parte della facciata e della porta bronzea tra il secondo e il terzo quarto del XII secolo. L’articolo è seguito da una breve nota che dà conto di come sono state realizzate le tavole di ricomposizione dei frammenti.</p>2024-10-23T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/abside/article/view/6350La escultura arquitectónica de la casa medieval (Mallorca). Puesta en valor, reubicación y nuevos usos2024-11-04T19:35:52+01:00Antònia Juan Vicensantonia.juan@uib.es<p style="font-weight: 400;">Este trabajo pretende poner el acento en un patrimonio de época medieval poco conocido a partir del estudio de un caso circunscrito a Mallorca; a saber, la escultura arquitectónica de la casa medieval. En comparación con otras manifestaciones artísticas del período, tradicionalmente ésta se había estimado como secundaria, hecho que condicionaba su conocimiento, protección y puesta en valor. A partir de un elenco de obras, seleccionadas en base a criterios relativos a su preservación, reubicación y nuevos usos, incidiremos en la importancia de la recuperación, conservación y puesta en valor de esta tipología escultórica, para así ajustarnos al lema del monográfico en que se incluye el artículo.</p>2024-10-23T00:00:00+02:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/abside/article/view/6361Il «pontificium coemeterium» già nel transetto settentrionale della Cattedrale di Palermo2024-10-30T10:05:38+01:00Adriano Napoliadriano.napoli@sns.it<p style="font-weight: 400;">Messo in ombra dalla straordinaria fortuna del sepolcreto regio già nel transetto meridionale della Cattedrale di Palermo, il sepolcreto episcopale, nel transetto settentrionale fino alla seconda metà del XVIII secolo, non è stato finora oggetto d’indagini particolari, fatta eccezione per un paio di contributi ottocenteschi successivi al suo trasferimento nella cosiddetta cripta della chiesa e per gli studi sui sarcofagi antichi reimpiegativi. Alla luce di fonti edite e inedite più o meno note, in quest’occasione si propongono sia un riesame delle tombe medievali del sepolcreto sia un’ipotesi sulla <em>ratio</em>che governava la distribuzione delle casse nel transetto e sui tempi in cui quell’allestimento poté essere concepito.</p>2024-10-29T18:56:11+01:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/abside/article/view/6349Una testimonianza tra l’età altomedievale e giudicale. Status quaestionis e nuove proposte per i frammenti scultorei di Nuraminis2024-11-01T10:05:58+01:00Giada Lattanziojlattanziogiada@gmail.com<p>La peculiarità del ciborio di Nuraminis (SU), giunto sino a noi in stato frammentario, consiste nella presenza di epigrafi dedicatorie in lingua greca, di cui una, scolpita in alfabeto latino, menziona Costantino I. Attraverso gli studi condotti sui frammenti si propone di indagare i vari aspetti del monumento inerenti all’apparato decorativo e alla sua funzione, soprattutto in relazione alle epigrafi. Queste ultime, infatti, oltre che permette di ipotizzare una commissione da parte di una figura certamente d’alto rango, con un ruolo politico nel territorio cagliaritano, rappresentano un dato importante per la menzione del primo imperatore cristiano. In considerazione dello sviluppo del suo culto in oriente e dell’importanza rivestita dalla sua figura anche in ambito occidentale si è cercato dunque di desumere ulteriori dati inerenti alla collocazione cronologica del ciborio e la scelta di citare Costantino I sul monumento.</p>2024-11-01T00:00:00+01:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/abside/article/view/6352Bisanzio nel Baltico. La pittura a Gotland tra XI e XII secolo2024-11-05T10:06:18+01:00Elena De Zordi861852@stud.unive.it<p>L'intervento prende in considerazione le testimonianze artistiche a carattere bizantino conservatesi sull'isola di Gotland, in Svezia. Verranno analizzati i frammenti lignei dipinti sopravvissuti alla demolizione delle stavkirker (chiese lignee a pali portanti) di Eke, Sundre e Dalhem, databili tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII. Si passerà, poi, all’esame delle pitture murali in due chiese in pietra tuttora esistenti: quelle di Garde e di Källunge, risalenti alla seconda metà del XII secolo. Ci si pone, dunque, l’obiettivo di gettare nuova luce su un particolare contesto scandinavo, che con tutta probabilità coincide con il limite più settentrionale del raggio di diffusione artistica bizantina nell'Occidente medievale.</p>2024-11-04T00:00:00+01:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/abside/article/view/6364Monumenti medievali nella Sardegna otto-novecentesca. Demolizioni, anastilosi, restauri e revival2024-11-07T10:06:31+01:00Nicoletta Usainicoletta.nusai@unica.it<p style="font-weight: 400;">In questo saggio si esamina, attraverso alcuni casi studio, il modo in cui i monumenti medievali della Sardegna sono stati riscoperti, restaurati, a volte demoliti, nell’arco cronologico ricompreso tra i decenni finali dell’Ottocento e quelli iniziali del secolo seguente. Si intende proporre anche una prima riflessione di insieme sull’operato di alcuni dei protagonisti delle azioni di tutela e salvaguardia del patrimonio isolano, alla luce del neonato stato italiano.</p>2024-11-06T14:02:10+01:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/abside/article/view/6360Ricostruire il perduto: anastilosi digitale della chiesa di Sant'Agostino a Padova2024-11-13T10:06:50+01:00Cristina Guarniericristina.guarnieri@unipd.itElena Khalafelena.khalaf@unipd.itRachele Angela Bernardellorachele.bernardello@unipd.it<p style="font-weight: 400;">Nel presente contributo vengono illustrati i risultati raggiunti e la metodologia adottata nel corso del progetto di ricerca <em>Anastilosi digitale e interpretazione interattiva degli spazi: Sant'Agostino a Padova come laboratorio esemplare</em>, che ha preso come importante caso di studio la chiesa domenicana di Padova nella sua fase trecentesca. L’edificio, demolito nel 1819, ospitava un vasto ciclo ad affresco realizzato da Guariento, di cui sopravvivono alcuni frammenti, e le arche funerarie dei Da Carrara. Il lavoro è stato condotto attraverso il costante dialogo tra le fonti antiche (documenti d’archivio, descrizioni e raffigurazioni antiche della chiesa) e i rilievi sull’area oggetto d’indagine, che hanno permesso la restituzione 3D ragionata del monumento.</p>2024-11-12T00:00:00+01:00##submission.copyrightStatement##https://ojs.unica.it/index.php/abside/article/view/6357Distruzione e rimozione. Risarcire la memoria delle cattedrali perdute di Pavia2024-11-19T10:07:43+01:00Luigi Carlo Schiaviluigicarlo.schiavi@unipv.itFilippo Gemellifilippo.gemelli@unipv.it<p style="font-weight: 400;">Negli anni Trenta del secolo scorso la demolizione degli ultimi resti delle cattedrali gemelle di Pavia segnò la definitiva scomparsa di un monumento di straordinaria importanza. La restituzione del complesso episcopale pavese è al centro delle ricerche di cui questo contributo vuole mostrare i primi risultati, in particolare relativi alla fase romanica di XII secolo. Negli ultimi anni è stata condotta un’analisi approfondita dei documenti d’archivio, fra cui spicca l’ingente corpus di fotografie scattate durante le demolizioni di XX e XIX secolo, oltre che dei resti materiali superstiti, come il corredo scolpito, oggi conservato nei Musei Civici di Pavia. La ricerca è ancora in corso e richiederà ancora molto lavoro, ma già ha permesso di ricostruire la collocazione originaria di molti dei frammenti della scultura delle cattedrali, oltre a offrire dati nuovi sulle fasi preromaniche e sull’approccio alle preesistenze del cantiere di XII secolo. I nuovi dati offrono molteplici spunti di riflessione, a partire dai legami con gli altri cantieri del romanico padano e con il ruolo della bottega di Nicolò nel panorama artistico pavese.</p>2024-11-18T00:00:00+01:00##submission.copyrightStatement##